Elon Musk è la palese dimostrazione di quanto il mondo sia poco meritocratico (l’illusione del merito propinata dal sistema neoliberista) e lo dimostra giorno per giorno con azioni eclatanti, con completa noncuranza sotto gli occhi di tutti: il merito nella società odierna conta poco e niente se dall’altra parte hai ricchi e potenti con risorse così grandi da poter letteralmente acquistare Marte.
«Eravamo molto ricchi. A volte avevamo così tanti soldi che non potevamo nemmeno chiudere il nostro caveau.»
Elon Musk
Elon Musk però è una pedina nello stesso gioco perverso del capitale: egli è contraddizione pura ed è colui che estremizzando i processi capitalistici ad un eccesso sfrenato e quasi surreale, smonta lo stesso sistema dalla quale si nutre facendolo collassare su sé stesso, dimostrando che anche il capitalismo, per quanto flessibile, ha i suoi punti deboli.
Un esempio fra tutti, è la recente acquisizione di Twitter.
La genesi della storia stessa è di per sé esplicativa: un Musk annoiato che decide all’improvviso di fare una proposta di una somma gigantesca di denaro per l’acquisizione, lo stesso Musk che poi si pente, cerca di ritirarsi dal comprarlo, ma che per obblighi contrattuali è obbligato a tenere senza poter tornare indietro.
Un colosso della comunicazione, uno dei pilastri intoccabili dell’élite social (basti pensare la cifra irreale della vendita) che viene giorno per giorno distrutto e inglobato come per gioco da un bambino annoiato dal progetto di SpaceX che decide di giocare con qualsiasi di nuovo.
Come se non bastasse, dopo aver alterato e successivamente distrutto i meccanismi del social, Elon Musk è riuscito a trascinare con sé anche la forza lavoro vitale per la multinazionale, riuscendo in un’impresa che pochi (se non nessuno) è riuscito prima: quella di convincere migliaia di dipendenti a lasciare il proprio posto di lavoro in segno di protesta, lasciando Twitter in piena emergenza e senza nessuno più disposto a lavorare sotto la pressione di ricatti disumani ed alienanti di un ricco ereditiere.
Una meritocrazia, che nella società odierna è inesistente. Presentata come l’unico strumento da utilizzare per potersi fare strada e per ottenere il raggiungimento dei nostri obbiettivi e per la realizzazione dei nostri desideri, rimane la favola che ci raccontiamo la notte per riuscire a dormire meglio ed avere meno paura del buio.
Un capitalismo che inizia a mostrarsi nelle sue contraddizioni e che è inevitabilmente destinato a fallire per mano di coloro che ad oggi lo alimentano e che per la stessa logica perversa, non hanno mai abbastanza, da arrivare a fare terra bruciata intorno a loro. Una vera e propria crisi di abbondanza, come teorizzato da Marx.
Una crisi che ci aiuterà a distruggere un sistema che inizia pian piano a mostrare delle falle sistematiche preoccupanti, in cui Elon Musk è uno degli strumenti preziosi da utilizzare per mostrarne le contraddizioni e finalmente superarlo.
«La crisi è un’opportunità: ma va trattata come straordinaria sfida speculativa, come lo stimolo per un rinnovamento che non sia un ritorno.»
Mark Fisher