I diritti civili sono essenziali e vanno tutelati, ma rimangono diritti fittizi se vengono usati a scopo di lucro.
Uno Stato che non garantisce i diritti sociali, dunque eguale accesso alle risorse economiche e che continua imperterrito ad alimentare il divario ricchi/poveri, non è uno Stato al quale interesserà mai arrivare all’uguaglianza, ma che punta a mantenere uno condizione di soddisfazione momentanea dove i bisogni sono soddisfatti solo a metà.
Le parole di Boldrini, espresse ieri a Roma a seguito della contestazione di alcune ragazze nella giornata internazionale dell’aborto sicuro, confermano il divario alimentato nei confronti delle istanze e dalle rivendicazioni di chi è meno abbiente o di chi si ritrova in luoghi con minori possibilità.
I diritti civili sono necessari e richiedono coerenza!
Il diritto al matrimonio egualitario rimane fine a sé stesso se la gente muore di fame e non riesce nemmeno a pensarci al matrimonio.
Reputiamo un grave insulto alla democrazia ed ai principi costituzionali del Paese che un governo o partito supporti determinate posizioni progressiste esclusivamente per usarle come carne da macello elettorale, come materiale di scambio per ottenere più consenso possibile.
È inaccettabile che coloro che si battono per i diritti delle persone omossessuali siano gli stessi che tacciono dinnanzi a veri e propri genocidi, come quello perpetrato ai danni del popolo curdo e palestinese, o che risultino essi stessi complici di delitti efferati nei confronti di comunità marginalizzate da decenni.
Beppe Sala, il sindaco neoliberista di Milano, risulta essere un grande sostenitore dei diritti civili e della comunità LGBT+, ma è lo stesso che il 25 dicembre scorso ha ordinato lo sgombero dei clochard milanesi, condannandoli a morte certa per le temperature proibitive. È sempre lo stesso che supporta la visione per cui “i poveri non esistono realmente” con affermazioni come: “la condizione che condanna il povero alla povertà è la condanna di pensarsi come povero”.
Mario Draghi, ex presidente BCE, lo stesso che vorrebbe supportare la parità di genere, è sempre colui che ha fermamente voluto alimentare con l’invio di armi il conflitto Russia-Ucraina, che ha deciso di tagliare i rapporti economici e di fornitura del gas dalla Russia ma che sceglie di iniziare a fornirsi dall’Algeria (Paese noto per la repressione dei diritti umani).
Enrico Letta proponeva: “O noi, o Meloni”.
Entrambi sostenevano le misure economiche neoliberiste di Mario Draghi, continuando fermamente a ribadire l’importanza di un riarmo dell’Italia e votando a favore l’invio di armi a Zelensky.
Una classe dirigente la nostra (sia di destra, di centrosinistra o formata da “tecnici luminari”) che non ha altra intenzione se non mantenere vivo quel sistema ci sta affossando, e che continuerà a farlo favorendo sempre il potente ed il profitto a scapito della vita umana e della dignità che ci spetta.
La stessa classe dirigente che ci nutre di illusioni, e che fino ad oggi non ha mai agito concretamente per superare discriminazioni e diseguaglianze alla radice, ma che continua imperterrita a giocare alla roulette russa con riforme che diventano veri e propri ricatti sociali e morali.